Importanza della sanificazione ambientale
- Il team Esse Emme
- 10 gen 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Umidità, intrappolamento e contaminazione crociata, sono queste tre parole che ripeteranno molte volte in queste considerazioni. Ora sembrano solo parole estrapolate dal contesto e quindi povere di significato rispetto all’argomento, ma via via acquisteranno senso e significato.
Vi è ormai un’abbondante letteratura che ha dimostrato come le superfici inanimate intorno al paziente siano contaminate da microrganismi e come questa condizione le faccia diventare dei serbatoi, punti di inizio della trasmissione delle infezioni.
Il nostro corpo elimina costantemente nell’ambiente circostante microrganismi, lo fa attraverso la desquamazione cutanea, con l’eliminazione di qualunque fluido corporeo durante (es. urine, feci), in caso di ferite secernenti, drenaggi o ulcere. La nostra igiene personale può aumentare la contaminazione dell’ambiente: ad esempio lavarsi o non lavarsi le mani dopo essere stati in bagno può aumentare la contaminazione ambientale in caso di contatto delle mani con le superfici.
Ma l’ambiente inanimato rappresenta per i microrganismi una condizione non favorevole alla loro sopravvivenza? Una volta eliminati nell’ambiente, i microrganismi tendono a sopravvivere. I tempi di sopravvivenza sono molto lunghi in alcuni casi.
Quali sono gli obiettivi della sanificazione?
La sanificazione è un processo che prevede diversi momenti, dall’eliminazione dello sporco visibile fino agli interventi di disinfezione.
Un buon processo di sanificazione deve prevedere un metodo ad umido e l’utilizzo di panni e pannetti con capacità di intrappolamento per quanto riguarda la spolveratura delle superfici e la scopatura dei pavimenti.
L’utilizzo di panni e pannetti umidi e non bagnati favorisce il distacco dello sporco ed evita che la polvere venga di nuovo riammessa nell’aria. È importante differenziare il pannetto umido da quello bagnato, perché il pannetto umido non lascia sulle superfici residui di acqua come il pannetto bagnato, questo è importante per evitare di creare un ambiente favorevole alla moltiplicazione dei microrganismi o favorire la diluizione del disinfettante. Alcuni pannetti possono prevedere la presenza di un tensioattivo. Tale sostanza favorisce il distacco dello sporco.
E infine l’effetto intrappolamento per prevenire la contaminazione crociata. Uno dei pericoli del processo di sanificazione è proprio la contaminazione crociata, cioè è necessario evitare di spostare lo sporco da una superfice all’altra.
Per questo è fondamentale utilizzare un pannetto che intrappoli lo sporco, come ad esempio i pannetti in microfibra. La microfibra è una fibra sintetica composta da una miscela di poliestere (80%) e poliammide (20%). Sono fibre piccolissime circa 1/16 della dimensione di un capello umano. L’architettura delle fibre e la composizione permettono di catturare e intrappolare lo sporco, la polvere e i liquidi.
Il poliestere svolge la funzione di asportazione dello sporco mentre la rappresenta la parte assorbente l’architettura dei due prodotti permette di catturare lo sporco e i liquidi aiutati dalla carica positiva della fibra stessa. A differenza della microfibra il filato in cotone è uniforme, di conseguenza tende a raccogliere meno sporco e può favorire la contaminazione crociata.
Metodiche di spolveratura ad umido
La microfibra ha dimostrato di poter rimuovere fino al 98-99% dei virus da una superficie utilizzando solo acqua. In confronto, le fibre di cotone tradizionali hanno dimostrato di rimuovere solo il 30% dei batteri e il 23% dei virus da una superficie ambientale contaminata.
Questa capacità dipende anche dalla metodica con la quale si effettua la spolveratura e scopatura; occorre che i pannetti passino in maniera uniforme su tutte le superfici contaminate evitando la contaminazione crociata. Questo vuol dire dare un senso di direzione, quale:
Muoversi dalle aree più pulite verso quelle più sporche (es. prima il lavandino del water)
Muoversi dall’alto verso il basso (es. la testata del letto prima delle ruote del letto)
Utilizzare un movimento ad S per passare sulle superfici in un’unica direzione di marcia
Utilizzare pannetti colorati per area colore
La qualità della sanificazione è il risultato di un doppio scenario che possiamo rappresentare come un teatro che è fatto da un sipario e da un dietro le quinte. Quello che abbiamo descritto fino adesso è il nostro sipario, ma esiste un dietro le quinte, quell’area definita come “cantiere”, cioè gli ambienti dedicati allo stoccaggio, alla preparazione e al ricondizionamento delle attrezzature e degli accessori.
Nello spazio identificato come cantiere devono essere presente i seguenti ambienti, locali o spazi dedicati:
Zona/locali per la raccolta dei panni sporchi
Zona/locali per la sanificazione di carrelli
Zona /locali lavanderia dove è presente e lava centrifuga e possibilmente un essiccatore
Zona/locali per il deposito del materiale pulito e monouso
Zona/locali per la preparazione dei carrelli e per la diluzione dei prodotti
Una volta terminate le pulizie, trasportiamo i nostri pannetti carichi di sporco e di microrganismi nell’area cantieri. Dobbiamo liberare lo sporco che abbiamo intrappolato all’interno delle trame dei nostri pannetti senza compromettere l’architettura della nostra microfibra, per questo è necessario:
Eseguire un lavaggio alla temperatura consigliata dal produttore (di solito 60 gradi)
Usare un detergente consigliato da produttore
Rispettare il carico di lavaggio in rapporto alla capacità della lavatrice
Non utilizzare candeggina
Non utilizzare ammorbidenti
I pannetti escono umidi delle lavatrici, l’umidità che ci ha aiutato nell’asportare lo sporco dalle superfici può diventare un potenziale pericolo, perché favorisce la moltiplicazione dei microrganismi. Per questo tutti i pannetti una volta ricondizionati devono essere immagazzini asciutti.
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